Medicina 

Svezzamento ed Autosvezzamento: Quali sono le differenze?

SVEZZAMENTO ED AUTOSVEZZAMENTO

Lo svezzamento prevede il passaggio da un’alimentazione liquida costituita quindi esclusivamente da latte (materno o artificiale) a un’alimentazione fatta anche da alimenti solidi.

Questa integrazione è necessaria perché il latte, a partire dai 6-8 mesi, incomincia a perdere gradualmente la sua completezza per alcune vitamine e sali minerali.

Le più importanti organizzazioni sanitarie mondiali considerano il latte umano l’alimento ideale per i bambini fino a 6 mesi di vita, pertanto non è opportuno iniziare lo svezzamento prima di tale età.  A sei mesi, invece, il bambino è in grado di deglutire i pasti semiliquidi, apre la bocca al cucchiaio, afferra gli oggetti con le mani per portarli alla bocca e riesce a stare seduto sul seggiolone; inoltre iniziare lo svezzamento a sei mesi riduce l’insorgenza di intolleranze ed allergie in età adulta.

Molti pediatri però sono favorevoli allo svezzamento “precoce” (al 4° mese di vita) seguendo studi scientifici che mostrano i seguenti vantaggi: stimolazione dei succhi gastrici e pancreatici, promozione del sistema immunitario, miglioramento delle funzioni gastrointestinali e assorbimento dei micronutrienti, gli stessi studi però mostrano, al lungo andare, come uno svezzamento precoce sia correlato a un rischio maggiore di sviluppare da adulti intolleranze, allergie e sindromi autoimmuni.

Indispensabile iniziare l’introduzione degli alimenti semisolidi e solidi con gradualità: di regola si inizia con la poppata delle 12.00 che sarà composta da un brodo vegetale (acqua, carote, patate, zucchine) senza aggiungere sale, successivamente si inizia ad aggiungere poi al brodo vegetale la crema di riso o farina di mais e tapioca (in genere 8-10 g ogni 100 ml di liquido) a questa età è fortemente sconsigliato il glutine (quindi evitare il semolino) e sono da prediligere i liofilizzati di carne di coniglio o di agnello che hanno un minor potere allergizzante.

Il bambino non è ancora abituato a sapori diversi dal latte quindi può essere opportuno iniziare aggiungendone solo ½ vasetto (5 g) per poi, dopo qualche giorno, passare ad un intero vasetto; olio EVO ed 1 cucchiaino di Parmigiano Reggiano. 

Man mano che il bambino prende confidenza con il cibo è possibile offrirgli consistenze diverse ad esempio: frutta grattugiata o a pezzetti e verdura ben cotta frullata o ben tritata. 

Carni, legumi, ed alcuni vegetali possono essere somministrati successivamente, uno alla volta ed alla giusta età, quando la mucosa intestinale ormai ha consolidato la sua barriera ed è predisposta all’introduzione dei cibi più allergizzanti quali: l’uovo; Il pesce, alcune verdure e frutti (come le fragole) e soprattutto gli arachidi.

La somministrazione andrà fatta comunque con un alimento per volta, ben cotto e in quantità minima per testare la tolleranza del bambino.

Inoltre, è bene tenere presente che gli alimenti hanno già presente nella loro composizione il sale (il Sodio) e quindi non è necessario aggiungerlo. 

L’allattamento al seno, durante lo svezzamento, può tranquillamente proseguire a richiesta fin quando la mamma e il bambino saranno d’accordo, ovviamente il numero delle poppate andrà ridotto in base ai pasti complementari assunti dal bambino ed è comunque fondamentale che il 50% dell’apporto nutrizionale totale continui ad essere coperto dal latte materno o, in mancanza di questo, da latte artificiale di proseguimento almeno sino al compimento del 1° anno di vita. 

Se il bambino non preferisce un alimento è consigliabile non arrendersi subito ma proporlo più d’una volta, inoltre se si ha la possibilità è buona norma preparare gli omogeneizzati in casa ed utilizzare la frutta grattugiata. 

L’autosvezzamento (o a richiesta), come dice la parola stessa, è un’alimentazione che rispetta l’innata capacità del bambino di autogestirsi: I genitori hanno il compito, non facile, di rendere il cibo a disposizione del bambino, adeguato, senza seguire né schemi temporali né calendari per l’inserimento dei diversi alimenti ossia, quando il bambino, dopo i sei mesi di vita, comincerà a interessarsi al cibo che i genitori mangiano, andrà assecondato.

Naturalmente la dieta familiare dovrà essere corretta sotto tutti i punti di vista, qualitativo e quantitativo e sarà bene controllarla con il pediatra; è importante tener conto del fatto che il bambino non ha i denti e quindi il cibo deve avere la consistenza adeguata.

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